BRASIMONE
TECNICA E PASSIONE
Ebbene sì!
La passione è il vero e proprio motore che ci spinge ad affrontare le nostre sessioni di pesca, ed è quell’elemento che ci porta a fare sempre un passettino in avanti, sempre qualcosa di più, cercando di ottenere risultati laddove le difficoltà fanno desistere chi di passione non ne ha abbastanza.
Ho sentito tanti amici e conoscenti snobbare queste acque per via del regolamento stingente (vedi l’utilizzo di una sola canna) ma, per quanto mi riguarda, questo è stato un grande stimolo per continuare imperterrito in questa esperienza. Quando tutto diventa difficile, niente è scontato, e tutto è da scoprire, si innesca quel connubio di curiosità e sfida personale che mi spinge a non volermi fermare fino a quando non ho raggiunto il mio obiettivo.
Era il 28/10/2017 quando un carissimo amico, Andrea Modeo, mi invitò a trascorrere con lui una notte sulle sponde di questo meraviglioso lago. Fui ovviamente battezzato con un bel cappotto su misura ma ricordo ancora il risveglio all’alba. La sveglia sostituita dal bramito dei cervi, i vivaci e caldi colori autunnali i quali entravano quasi in contrasto con la fresca e pungente aria mattiniera, mi fecero capire che, con tutta probabilità, avrei trascorso su quelle sponde numerose notti.
Perché ne rimasi così affascinato? Non saprei dirlo con certezza ma, forse anche in maniera un po’ impropria, mi sono sentito a casa, o meglio, mi sono sentito in quel posto che avrei desiderato fosse casa mia.
Da quell’ormai lontano 2017 sono passati molti anni e tante sono state le notti senza vedere uno staccio di partenza ma, ogni volta, ho avuto modo di raccogliere importanti informazioni. Osservare il movimento dei pesci con il variare delle stagioni, capire il comportamento delle carpe con il repentino variare del livello del lago, studiare la conformazione del fondale e l’eventuale presenza di nutrimento naturale, leggere il vento prevedendo l’arrivo o meno delle perturbazioni, capire quali fasi lunari potessero essere più o meno redditizie, tutti elementi e variabili importanti affinché, l’unica canna a mia disposizione, potesse regalarmi quella tanto attesa soddisfazione. In questa fase di raccolta delle informazioni, oltre all’attenta osservazione del luogo, ha giocato un ruolo fondamentale la sincera condivisione di opinioni e consigli con i diversi pescatori del posto (molto più esperti del sottoscritto nell’affrontare queste acque ovviamente) ma anche nozioni gentilmente “donate” da pescatori che del posto non sono. Questo lago, infatti, oltre che regalarmi importanti soddisfazioni, mi ha regalato anche vere e sincere amicizie come quella nata con un grande pescatore come Simone Pezzi, conosciuto direttamente sulle sponde di questo lago e con il quale ho poi condiviso la postazione per alcune notti. Indimenticabile fu quella nella quale mi svegliai con il sacco a pelo completamente ricoperto di formiche poiché il piede del mio lettino era posizionato furbescamente su un formicaio (cit.: “un po' lo deve fare”).
Aneddoti a parte, come ribadito anche durante l’intervista presente sul canale YouTube, ritengo che la condivisione di informazioni e punti di vista, oltre che stimolante e piacevole, sia un’importante occasione di crescita per tutti noi carpisti indistintamente dal livello di conoscenza raggiunto.
Ciò premesso, vorrei per l’appunto condividere con voi tramite questo blog, tutte le info utili raccolte in questi anni affinché, chiunque lo reputi utile ed opportuno, possa prenderne spunto e, magari, generare un costruttivo confronto, affinché chiunque voglia affrontare questo bacino, possa passare meno tempo a fissare i segnalatori in modalità “muto”.
E’ quindi giunto il momento di entrare nel tecnico ed affrontare la parte interessante di questo articolo.
Partiamo da un inquadramento generale del lago e del contesto in cui ci troviamo. Il bacino del Brasimone, sito sull’appennino Bolognese nel comune di Camugnano, è un lago artificiale realizzato lungo l’omonimo torrente.
La diga, realizzata con pietrame del luogo nel 1911 a sbarramento del torrente Brasimone, ha dato origine a questo meraviglioso lago, collegato poi successivamente al sottostante lago di Suviana caratterizzato dalla presenza di un’importante centrale idroelettrica.
Proprio per questo motivo, è frequente poter incappare in repentine variazioni del livello del lago che, in casi di particolare siccità, portano allo scoperto le sponde dello stesso rivelandone l’esatta conformazione.
Le stesse si presentano principalmente ripide e costituite da materiali misti tra litotipi arenaceo‑marnosi, solidi e scarsamente erodibili, ed altri argillosi.
Le zone costituite da sponde sassose e ripide, costituiscono l’ambiente ideale per la proliferazione di immensi banchi di cozze che, come ormai a tutti noto, costituiscono senza alcun dubbio un’importante fonte di nutrimento naturale per le carpe.
Tutto ciò premesso, reputo fondamentale effettuare un accurato sondaggio del fondale con la nostra canna armata di Marker. Per questa operazione consiglio vivamente di utilizzare un piombo affusolato che permetta allo stesso di scivolare sui numerosi sassi presenti sul fondale affinché possa evitare, per quanto possibile, di incagliarsi tra gli stessi e costringerci a rompere la lenza. Ad esempio, un piombo del tipo “elevator” è un piombo che presenta una superficie semi piatta e che, nel momento in cui si incontrano le frequenti ripide risalite rocciose, ci permette, con un rapido recupero, di oltrepassare la zona salvaguardando la montatura.
Personalmente utilizzo la medesima tipologia di piombo anche per armare la mia canna in pesca poiché, quando si presenta la necessità di rilanciarla, possa darmi l’opportunità di recuperare la montatura staccando velocemente l’amo dal fondo senza che la punta impatti contro i sassi costringendomi a sostituirlo.
Importantissima è la scelta dello spot e la precisione in ogni nostra azione.
Personalmente prediligo per l’appunto le zone con presenza di sassaie, al termine delle quali, cambia gradualmente la consistenza del fondale fino ad arrivare a zone argillose molto morbide.
La fascia di fondale “intermedio”, con pendenza meno accentuata, ed in prossimità delle zone abitate dalle cozze, sono a mio avviso i punti perfetti sui quali posizionare i nostri inneschi.
Quindi, riassumendo brevemente, la prima cosa che faccio quando arrivo su una postazione è prendere la canna da Marker, lanciare ad una buona distanza e recuperare lentamente fino a quando non sento i primi saltelli del piombo. Dopodiché, rilascio la lenza fino a far affiorare il Marker in superficie mentre conto l’esatta profondità.
Identificato il punto esatto in cui voglio posizionare il mio “Rig”, procedo con la preparazione delle altre due canne, quella da “Spomb” e quella che entrerà in pesca.
Per prima cosa dovrò quindi riportare su entrambe le stesse l’esatta distanza di lancio avvalendomi in entrambi i casi della “clip” presente sulla bobina del mulinello.
Ci sono due modi per fare tutto ciò, uno più macchinoso, ideale per lunghe distanze di lancio e discese del fondale semi regolare, ed uno più pratico e veloce consigliato per distanze meno ragguardevoli e dove il fondale presenta discese scoscese ed irregolari.
Nel primo caso, identificato il punto di nostro interesse, si procedere a recuperare il marker fino a quando lo stesso non incontra il piombo e, giunti a questo punto, si gira la lenza attorno alla clip del mulinello e si recupera il tutto fino a riva.
Con l’ausilio dei “Distant Stik” si procede poi ad avvolgere la lenza attorno agli stessi contando i passaggi. In questo modo saremo esattamente a che distanza era posizionato il piombo rispetto al punto di lancio.
La medesima distanza si potrà pertanto riportare sulla canna che utilizzeremo in pesca mentre, per quanto riguarda quella da spomb, dovremmo accorciare tale distanza di una misura da definire.
Come definire di quanto accorciare il lancio della canna da spomb?
Immaginate di vedere in sezione il lago e disegnare un triangolo rettangolo i cui vertici sono composti da noi (A), il marker (B) ed il piombo (C).
La distanza precedentemente trovata (A-C) è sostanzialmente l’ipotenusa del nostro triangolo rettangolo, mentre la profondità misurata tramite rilascio del marker (C-B), è il nostro cateto minore.
Applicando dunque il classico teorema di Pitagora, possiamo dunque trovare la lunghezza del cateto maggiore, Alias: “distanza di lancio dello Spomb”.
Esempio:
Distanza A-C: 80 m
Distanza C-B: 12 m
Distanza A-B: ?
Distanza A-B: √(80X80)-(12X12) = 79 m
Dovremmo quindi accorciare di 1 metro il lancio del nostro spomb affinché la pastura ricada esattamente sull’innesco.
Lancio da 80 metri in 12 metri di profondità e la differenza di lancio tra canna da spomb e canna in pesca è di 1 metro. Ovviamente con il ridurre della distanza di lancio ed il diminuire della profondità, questa differenza non farà altro che diminuire, motivo per cui, nel caso in cui trovassimo invece discese repentine e la distanza di lancio sia medio corta (esempio 40/50 mt) ritengo che non sia conveniente procedere con la modalità precedentemente descritta principalmente perché il percorso della nostra lenza (A-C), non sarà un tratto rettilineo per cui ci preclude la possibilità di effettuare il precedente calcolo (vedi schema sottostante)
Per cui come procediamo per essere il più precisi possibile?
In primo luogo l’attività iniziale sarà la medesima. Lanciamo il nostro marker, recuperiamo fino al punto “C” e lo facciamo emergere in superficie (punto B). Dopodiché recuperiamo il tutto e misuriamo il tratto A-C con l’ausilio dei “Distant Stick” e replichiamo la distanza sulla canna che entrerà in pesca.
Rilanciamo dunque il marker precedentemente clippato riposizionando il piombo nel punto prestabilito (C) e facciamo riemergere nuovamente il galleggiante in superficie.
Ora passiamo allo spomb. Io personalmente non faccio altro che inserire al proprio interno qualche sasso o terra per appesantirlo e permettermi di lanciarlo oltre il marker.
Una volta atterrato in acqua, sfruttandone il galleggiamento, andrò a recuperarlo fino al raggiungimento del marker, momento in cui avvolgerò la lenza attorno alla “clip” del mulinello.
A questo punto le distanze sono battezzate e segnate con estrema precisione, per cui non ci resta che pasturare e lanciare il nostro innesco nel punto prestabilito, avendo cura di togliere il fermo dalla clip dalla canna in pesca non appena il piombo toccherà il fondo.
Sulle modalità e quantitativi di pasturazione, preferisco non addentrarmi troppo poiché ognuno di noi ha il proprio modo di vedere l’argomento. Io personalmente, visto il limite di quantitativo imposto dal regolamento (1kg di pastura giornaliera), preferisco utilizzarla quasi tutta per preparare lo spot (circa 700/800gr) lasciando un piccolo residuo per rinfrescare la zona dopo una partenza. Inoltre, visto il quantitativo ridotto imposto, preferisco comporre il mio “spod mix” con un insieme di boiles intere ed alcune sbriciolate, oltre all’aggiunta di un po' di method mix. Chiudo il tutto poi con l’aggiunta di Acrive Stimulator e, se necessario, un goccio d’acqua per impastare il tutto.
Questa variazione di granulometria mi permette di “contaminare il fondale” in maniera più persistente e duratura. Immaginate di ripulire il fondale pasturato con singole boiles rispetto ad un bel tappeto di briciole impregnate di liquidi, oltre alle stesse boiles. Ma ripeto, è un mio personale punto di vista e metodo di interpretare l’azione di pesca. Di certo non è sbagliato lanciare solo una manciata di boiles sull’innesco e rinfrescarlo con una certa costanza ad esempio. Diciamo che va un po' a nostra interpretazione a seconda della nostra “lettura dell’acqua”. Siamo in cerca di uno spot e non abbiamo la certezza che sia produttivo per cui non vogliamo eccedere con la pasturazione? Vediamo che è un momento di apatia e non vogliamo sfamare il pesce riducendo le probabilità che incappi nel nostro innesco? Ad ognuno di voi le opportune considerazioni perché, per fortuna, non c’è mai un solo metodo efficace o una regola infallibile, ed anche questo è il bello della pesca.
Veniamo ora alla scelta della tipologie di esca e la costruzione del terminale.
Tra i vari scambi di opinioni con i pescatori del posto mi venne riferito anni fa che le aromatizzazioni alla Banana ed al Krill erano quelle che, nel corso degli anni, avevano dato i migliori risultati o perlomeno i più costanti. Vero? Di certo non sono le sole basi aromatiche che funzionano in queste acque ovviamente ma, neanche a farlo apposta, dall’inizio del 20223 sono partiti i test delle nostre BK-30. Nome che ne identifica le caratteristiche aromatiche e compositive: Banana Krill -30percentuale di farina di krill presente nell’impasto.
Posso affermare che, chi mi ha dato questa dritta (il buon Marino), non mi ha raccontato una favola. Infatti, già dalle prime fasi di test, ho visto raddoppiare se non triplicare il numero di partenze rispetto alle sessioni precedenti.
Vi lascio immaginare il mio entusiasmo nel provare queste esche e vederle funzionare così bene! Una soddisfazione unica e difficilmente ripetibile. Ovviamente dall’inizio del 2023 la mia borsa delle esche non le vede più mancare durante le sessioni in questo lago.
Tornando invece alla costruzione del “Rig” devo dire che, il terminale che mi ha dato più risultati e mi trasmette maggiore fiducia è senza dubbio lo “Spinner Rig”.
Perché questa scelta?
Partiamo dal presupposto che il fondale è disseminato di rocce, di piccole e grandi dimensioni, e che, per far si che l’esca sia sempre visibile ed efficace, la stessa dovrà adagiarsi con leggerezza sul fondale. Lo “Spinner” è un terminale che di per sé garantisce un’ottima mobilità dell’amo e ne permette una perfetta rotazione. Inoltre trova maggiore efficacia con inneschi alleggeriti o Pop-Up, di conseguenza adatto alla tipologia di innesco che vado solitamente ad utilizzare in queste condizioni.
L’altro vantaggio è dato dalla rigidità del filato utilizzato per la costruzione dello stesso. Rigidità che permette all’esca di allontanarsi dal piombo, avere un’immediata risposta dello stesso nel momento di aspirazione dell’esca e, oltretutto, grazie proprio a questa sua caratteristica, permette di “vincere” le irregolarità del fondale, permettendo all’amo, innescato con un’esca leggera, di posizionarsi all’estremità superiore delle rocce evitando quindi che il nostro amo sia “nascosto”.
Per facilitare ulteriormente questa dinamica di posizionamento, utilizzo un ulteriore accorgimento ovvero, vado ad inserire sul terminale una stik mix così composto.
Per prima cosa inserisco nella mia retina una “spugnetta” in PVA, la quale preserverà la punta del mio amo e donerà ulteriore galleggiabilità al terminale e, in seconda battuta, andrò a completare la restante parte dello Sitck, con il nostro “Vulcan” inumidito con pochissimo Spider. Così facendo, donerò un grado di umidità al composto affinché non fuoriesca dalle maglie della retina, esaltandone però le sue caratteristiche di leggerezza rendendolo sostanzialmente galleggiabile.
Risultato finale: un terminale che starà per la sua intera lunghezza “Pop-Up” fino al completo scioglimento dello stick, memento in cui il terminale si andrà ad adagiare dolcemente sul fondo irregolare senza che l’amo si possa nascondere sotto le rocce.
Ora, nell’attesa che qualche bell’esemplare finisca nel nostro guadino e ci permetta di scattare la tanto desiderata foto di rito, potrei condividere qualche altro dettaglio circa la lettura degli spostamenti del pesce, del variare dei venti o delle fasi lunari ma, essendo solo personalissime ipotesi al momento, preferisco invitarvi a passare qualche notte su queste sponde e chissà, magari sarà l’occasione per vederci e scambiare volentieri qualche opinione davanti ad un buon caffè perché, ci tengo a precisarlo ulteriormente, con questo articolo NON voglio assolutamente affermare che né che la BK-30 è l’esca “miracolosa” e tantomeno che io sono diventato un “fenomeno” anzi, devo ancora macinare tante notti prima di pensare di poter arrivare lontanamente vicino a risultati di altri frequentatori del lago, però posso dire con assoluta certezza che, la condivisione di informazioni, mi ha permesso di crescere e togliermi grandi soddisfazioni, per cui vorrei che questa sana condivisione continuasse per il bene di tutti e della nostra amata passione.
The best is yet to come
BN