LE ESCHE POP-UPS di Ermes Perin
Segreti ed usi di un’esca di “carattere”.
La continua evoluzione della moderna tecnica del carpfishing ha portato un radicale cambiamento nel concetto di esca e di presentazione della stessa. In altre parole, la protagonista di sempre, l’esca affondante, sta progressivamente riducendo la sua efficacia lasciando il posto a quella galleggiante che, con i suoi numerosi “travestimenti”, sta dando risultati a dir poco sorprendenti sia nella quantità di catture che nella qualità delle stesse. Tutte le migliori aziende del settore, motivate da questa serie interminabile di “successi”, cercano di allargare il già vasto “pianeta galleggiante”, continuando a progettare e a proporre innumerevoli nuovi prodotti, quali per esempio: esche, mix, farine, imitazioni di particles realizzate in materiale galleggiante, e accessori vari per la presentazione di inneschi pop-ups. Sicuramente il successo di queste esche, supportate da presentazioni “evolute”, non è casuale, ma è dovuto ad alcuni importanti fattori, legati ovviamente all’ambiente acquatico, ed in modo particolare alle caratteristiche del fondale, oltre che alla pressione piscatoria e alle abitudini degli anglers che frequentano quel posto. Tutti sappiamo che, durante il periodo estivo, la maggior parte degli specchi d’acqua è invasa dalle alghe e da piante acquatiche in genere, che costituiscono un rifugio naturale e l’habitat ideale per i pesci. In questi luoghi, infatti, le carpe sostano alla ricerca di cibo naturale (crostacei, molluschi, larve, chioccioline ecc.) ed è proprio in questa “foresta” sommersa che dobbiamo tentare la sorte, preferendo i settori liberi, ma circondati dalla vegetazione, o gli erbai sommersi (alti al massimo settanta centimetri), sulla cui superficie faremo in modo che si appoggi il nostro innesco. E’ chiaro che pescare in questi settori richiede l’utilizzo di esche sollevate dal fondo e quindi pop-ups o ad assetto neutro come ad esempio le boilies H-72, prodotte e commercializzate da FBI Baits. Le boilies H-72, rullate tutte a mano e cotte a vapore, sono prodotte nei diametri da mm. 14-20-24; devono essere usate come innesco e sono composte da uova e un particolare mix, formulato appositamente, con una serie di amidi modificati che permettono una maggiore durata in acqua ed un alleggerimento delle stesse.
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Un altro caso, dove è indispensabile utilizzare le esche galleggianti, è in presenza di zone fangose: il solo peso della boilie affondante potrebbe far sprofondare il finale e mettere quindi fuori gioco il nostro inganno. Anche nel periodo invernale è consigliabile usare un’esca leggera e più precisamente ad assetto neutro. Infatti, come tutti sappiamo, in questo periodo la carpa si nutre raramente e “timidamente” e quindi dovremmo creare un inganno (sacchetto di PVA con pellets, sbriciolato di boilies, stimolatori vari ed innesco) capace di “attrarre” la carpa. L’innesco deve essere leggero e bilanciato in maniera tale che, al momento dell’aspirazione, sia il primo elemento che entrerà in bocca alla carpa rispetto a tutte le altre materie componenti il tappeto di pastura. Come ultimo, ma sicuramente non meno importante, fattore condizionante per la scelta delle nostre esche e loro presentazione, è l’alta pressione di pesca e l’abitudine degli anglers. Tutti, infatti, sappiamo che l’esca principalmente usata è la boilie affondante, oramai riconosciuta dalle carpe come “principale insidia” e, pertanto, poco efficace. E’ chiaro che, in questa circostanza, una presentazione diversa, sia essa a pop-up che ad assetto neutro, potrebbe rappresentare una soluzione vincente. Analizzati singolarmente i principali fattori che durante l’arco di un anno possono influenzare le battute di pesca, troveremo che l’ago della bilancia propende per una presentazione galleggiante e che la nostra classica esca affondante deve essere principalmente usata per la pasturazione. Dopo questa affermazione, molti di voi si chiederanno il perché del pescare con inneschi galleggianti su settori o zone dove le carpe sono state abituate a nutrirsi con esche appoggiate sul fondo. La risposta è abbastanza semplice: la carpa, abituata ad un tipo di alimento, una volta arrivata sul luogo pasturato, sarà maggiormente attratta dall’esca sopraelevata, proprio perché al di fuori dei soliti schemi. In considerazione di quanto appena descritto, appare oltremodo chiaro quale efficacia abbiano gli inneschi galleggianti che, pertanto, non dovrebbero essere considerati come inganno alternativo o “occasionale” ma utilizzati come esca fissa nelle nostre battute di pesca. Dopo questa doverosa introduzione, voglio passo a passo, scoprire con voi il mondo delle esche “leggere” e degli inneschi “galleggianti”, iniziando ovviamente ad analizzare i vari mix pop-ups e metodi per la realizzazione delle boilies galleggianti.
MIX COMMERCIALI. In commercio esistono numerosi mix pop-ups, distribuiti in confezioni contenenti dai 100 ai 500 grammi di prodotto, tutti sicuramente di indiscussa qualità ed efficacia e dai quali si possono ottenere, con la semplice aggiunta di uova e altri elementi liquidi, in modo molto semplice e veloce, delle ottime esche galleggianti. In questo articolo vi parlo del Sairy Pop Up Mix che conosco molto bene, e grazie anche all’aiuto del bravo carpista Salvatore Cappone, grande cultore delle esche pop ups Self Made, vi posso proporre alcune foto riguardanti le fasi di preparazione delle boilies. IL Sairy Pop Up Mix, di casa FBI BAITS, ci permette di preparare boilies pop ups , personalizzate sia nella dimensione , che nella colorazione e nell’aromatizzazione . Le boilies ottenute dal Sairy Pop Up Mix galleggiano per lunghissimi periodi, grazie alla loro “particolare “ struttura che garantisce una maggior permeabilità e allo stesso tempo facilita la veicolazione molecolare di tutti gli attrattori solubili. Il Sairy Pop Up Mix è disponibile in pratici barattoli da 120 grammi, con 4 diverse colorazioni: Fluò Pink, Orange, Yellow e White. Le boilies pop ups sono facilissime da preparare, basta ,infatti, aggiungere al mix un uovo grande, gli aromi e altri elementi liquidi; una volta che si ha impastato il tutto, si passa alla fase di rullatura e successivamente a quella di cottura. È bene evidenziare che questo tipo di mix, è ideale per una perfetta cottura sia a vapore che a bollire. Per quanto concerne le quantità di mix, i metodi di preparazione e i tempi di cottura, è comunque sempre importante, al fine di ottenere delle eccellenti esche galleggianti, attenersi scrupolosamente ai consigli delle case produttrici, puntualmente riportati sulle confezioni.
BOILIES BILANCIATE SELF MADE .
Tutti i mix pop ups possono essere abbinati ad una certa percentuale del mix usato per preparare le boilies affondanti, in modo da ottenere un’esca bilanciata, molto simile a quella di pastura, sia per composizione aromatica che per “tessitura”, ma con un galleggiamento desiderato. La quantità di mix aggiunto, mediamente, è pari ad un 25% del volume di mix pop-up. Chiaramente questa percentuale varia in funzione del tipo di mix pop-up usato, del diametro della boilie e della conseguente dimensione/peso dell’amo utilizzato. Non esistono, pertanto, delle regole fisse ma solo lavorando con i mix da voi usati e facendo un po’ di pratica e prove, troverete il giusto equilibrio e sarete così in grado di realizzare l’esca che solleverà l’amo fino all’occhiello senza bisogno di aggiungere piccoli piombi a bilanciamento del tutto.
MIX FAI DA TE . Per chi vuole realizzare i propri mix pop-ups, consiglio di ricorrere a delle “soluzioni” molto semplici. E’ inutile, a mio avviso, cercare di realizzare mix ad alto valore proteico o nutrizionale, in quanto le esche ottenute saranno utilizzate solo ed esclusivamente come boilies d’innesco. E’ invece di fondamentale importanza la qualità galleggiante e il potere attirante delle esche. Quindi, per ottenere un buon mix pop-up, dovremo utilizzare farine che abbiano elevate proprietà galleggianti e con granulometria “sottile” e “soffice”. Queste particolari proprietà sono caratteristiche della maggior parte dei derivati del latte (ad esempio: la caseina, il calcio e sodio caseinato, l’albumina ed il latte in polvere) e di altri prodotti come la farina di soya micronizzata, la farina di gambero, il semolino ecc.. Immancabile in tutti i miei mix pop-ups è la farina di gambero, usata in quantità che può variare dal 10% al 20%, la quale, oltre a rendere le boilies particolarmente galleggianti, ha anche un’eccellente qualità attrattiva naturale. Anche il calcio e il sodio caseinato sono dei prodotti che utilizzo in dosi che possono variare dal 10% al 30% del volume di mix preparato. Questi ultimi due ingredienti, caratterizzati da una polvere finissima, sono molto leggeri ed hanno delle ottime proprietà leganti e galleggianti. Le esche ottenute con l’impasto dei mix pop-ups in genere (mix commerciali o fatti in casa) possono essere cotte con il classico forno o a microonde, in padella antiaderente, con il tradizionale sistema della bollitura in acqua, o a vapore. Quest’ultimo metodo è sicuramente il più veloce e pratico e ci evita di incappare nel rischioso problema di screpolature o super disidratazioni delle boilies. Limita, inoltre, la perdita delle sostanze aromatiche, rispetto alla maggior parte degli altri metodi di cottura. E’ molto importante, prima di stoccare le nostre boilies, farle raffreddare e/o asciugare su dei telai in ambienti arieggiati/asciutti e al riparo dal sole. Questo eviterà il ristagno di umidità all’interno delle boilies e la conseguente formazione di muffe, causa principale del loro deterioramento.
BOILIES POP UPS LAST MINUTE .
Quante volte si è presentata l’esigenza di pescare con le boilies pop-ups e di non averne a disposizione? Sicuramente tante. Esistono moltissimi sistemi per trasformare una boilie affondante in una pop-up, e in questa occasione vi voglio riproporre delle soluzioni sicuramente già conosciute ma di indubbia efficacia. Il metodo più veloce e sicuro è quello di ricorrere all’utilizzo di materiali (tipo: pasta galleggiante, sughero e rig foam) che possono essere sovrapposti all’esca oppure inseriti nella stessa. Per quest’ultima soluzione esistono due metodi: il primo consiste nel tagliare a metà la boilie, ponendo nel mezzo dei dischetti di materiale galleggiante. Il secondo metodo, più usato, è quello di forare la boilie, per mezzo di appositi “accessori”, e riempire il foro ottenuto con del materiale galleggiante. E’ ovvio che la dimensione/profondità del foro e di conseguenza il quantitativo di materiale galleggiante, sono in funzione del grado di galleggiabilità che vogliamo ottenere; è molto importante nel caso in cui venga effettuato un foro passante, mettere sulla facciata superiore dell’esca (dove sarà fissato lo stopper), un piccolo piattello di plastica tipo quello usato generalmente per l’innesco di esche fragili, in modo da non danneggiare l’esca durante la fase di lancio. Per completare la panoramica sulla realizzazione delle boilies pop-ups, mi sembra doveroso ricordare quelle che per la loro composizione, io definisco “artificiali”, infatti, esse si ottengono avvolgendo dei materiali galleggianti, come ad esempio le palline di sughero (cork balls), con l’impasto dei mix comunemente usati per la preparazione di boilies affondanti. Nello specifico questo “vecchio” sistema consiste nell’avvolgere le palline di sugherò o di polistirolo con due/otto millimetri di impasto, facendo particolare attenzione che l’impasto aderisca perfettamente alla superficie del materiale galleggiante. Si passa poi alla fase di cottura, ricorrendo ai metodi convenzionali anche se, secondo me, il più efficiente, in questo particolare caso, è la cottura a forno. Molto importante in questa fase sono i tempi di cottura, che ovviamente variano in funzione dello spessore dell’impasto; in altre parole, maggiore è lo spessore più lungo sarà il tempo di cottura. Ritengo in ogni caso che le boilies pop-ups ottenute, non rispondano ai requisiti a noi indispensabili (elevata galleggiabilità e lunga durata in acqua), per i seguenti motivi: la ridotta quantità di impasto utilizzato su ogni pseudo boilie è soggetta, sia per la fase di cottura che per l’essiccazione naturale nel tempo, a screpolature con il conseguente rapido deterioramento dell’impasto stesso, durante la fase di pesca, causato dall’assorbimento d’acqua. Oltre a questo, c’è anche il problema che un sottile strato d’impasto è facilmente aggredibile dai piccoli pesci, gamberi e tartarughe, tanto che, in breve tempo, della nostra esca rimarrà solo il materiale espanso, che per ovvi motivi, potrebbe compromettere (tranne qualche eccezione fortuita), l’efficacia del nostro inganno e quindi la possibilità di cattura. Quindi come è facile capire, il lato negativo di queste boilies è la durata limitata nel tempo; è anche vero che possiamo ovviare in parte a questo problema, avvolgendo le boilies pop-ups artificiali, con la calza o con la guaina termo restringente. È molto importante ricordare che questo tipo di boilie deve essere usata solo ed esclusivamente per l’innesco e non per pasturare in quanto potrebbe compromettere l’incolumità del pesce . Con questi altri due suggerimenti, ho concluso la panoramica dei vari metodi per la realizzazione delle boilies galleggianti; esistono sicuramente altri sistemi, ma non mi sembra corretto parlare di metodi che non uso solitamente e dei quali non conosco pro/contro. Per coloro che non amano preparare le esche, voglio ricordare che commercialmente esistono vari tipi di boilies galleggianti e più precisamente con diversi aromi, colori e dimensioni. E’ chiaro che nelle nostre sessioni di pesca è consigliabile, in ogni modo, usare le boilies pop-ups con la stessa base aromatica e con un diametro simile a quelle affondanti usate nella pasturazione. Molte volte però ci troviamo di fronte al problema, apparentemente insuperabile, del difficile “bilanciamento” della boilie, causato dal non corretto rapporto dimensione/peso esca rispetto dimensione/peso amo; fortunatamente le aziende leader del settore commercializzano boilies con diametri differenti. Personalmente mi affido alle boilies pop-ups di casa FBI BAITS prodotte in vari colori e commercializzate in ben tre diametri (12-15-20) e distribuite in pratici barattoli richiudibili. Questi diametri mi permettono di avere a disposizione la boilie, con l’appropriata galleggiabilità, per il tipo di presentazione che voglio ottenere. A questo proposito però, voglio anche precisare che non sempre è possibile ottenere il perfetto bilanciamento, sfruttando solo ed esclusivamente la dimensione/peso dell’esca, pertanto dobbiamo ricorrere ad altri metodi, che successivamente vedremo … TO BE CONTINUED